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"Il Signore Dell'Artico"...!!!

L'orso polare è una delle specie messe più a rischio dai cambiamenti climatici dovuti alle emissioni di gas serra. L'aumento delle temperature e il conseguente scioglimento dei ghiacci artici alterano il suo habitat e stravolgono la catena alimentare da cui dipende la sua sopravvivenza.

Sapevate che gli orsi polari...non sono bianchi:

Sicuramente gli orsi polari sembrano bianchi, ma come dice il vecchio proverbio, l'apparenza inganna. I peli esterni dell'orso sono in realtà trasparenti, e il suo sottopelo fine è davvero incolore. Allora perché gli orsi polari sembrano bianchi? Perchè ogni pelo esterno dell'orso, completamente sprovvisto di pigmento, è fornito al suo interno di una tasca vuota d'aria. E quando la luce solare colpisce queste tasche vuote d'aria, esse fanno in modo di riflettere la luce invece di assorbirla. E quando l'occhio umano guarda il mantello, esso appare bianco anche se in realtà è color crema.

Questi due strati del manto costituiscono un eccellente apparato che permette agli orsi polari di trattenere meglio il calore mantenendo una temperatura corporea di circa 37°C. I raggi del sole attraversano la pelliccia e raggiungono la pelle, dalla quale sono assorbiti proprio grazie alla colorazione nera. Sembra strano e pochi sanno che l'epidermide dell'orso bianco è completamente nera.

Negli orsi polari la funzione isolante (da temperature che possono superare i 60 gradi sottozero) è svolta anche dallo strato di grasso sottocutaneo che raggiunge lo spessore di circa dieci centimetri. Diversamente da altri mammiferi dell'Artide, l'orso polare non cambia in estate il colore in uno più scuro.

L' "invisibilità" dell'orso polare:

Oltre ad essere i cacciatori più forti e maestosi del pianeta, gli orsi polari possiedono anche il magico potere dell'invisibilità, almeno quando si tratta di essere guardati attraverso le telecamere a raggi infrarossi. Gli scienziati hanno scoperto questo affascinante e particolare fenomeno, durante una spedizione scientifica sopra l'Artico e mentre cercavano di studiare le diverse popolazioni di orsi nel loro ambiente naturale. In un primo momento, e date le enormi difficoltà di individuare questi animali bianchi in perfetta mimetizzazione armonica con l'ambiente circostante, gli scienziati hanno deciso di utilizzare telecamere a raggi infrarossi, ma con enorme sorpresa, scoprirone che gli orsi risultavano invisibili alla vista di tali telecamere, cioè come del tutto scomparsi. Le uniche parti visibili erano il naso, gli occhi e il respiro.Tuttavia, una giovane studentessa dell'Università Californiana di Berkeley, di nome Jessica Preciado, ha deciso di andare oltre a questo curioso fenomeno, studiandolo un po' di più in profondità. Utilizzando diverse avanzate tecnologie del "Laboratorio Nazionale" dell'università di Berkeley", Preciado è stata in grado di risolvere il mistero dell'invisibilità dell'orso polare.Ha scoperto in particolare che, le proprietà radiative dei pelli dell'orso bianco sono esattamente le stesse di quelle della neve, permettendogli così di diventare invisibile sotto i raggi infrarossi. Grazie anche all'isolamento termico, garantito da un manto straordinario, costituito da uno strato di pelo interno più fitto, e uno di pelo esterno, l'orso polare è così isolato che nessuna perdita di calore radiativo si verifica, con la conseguenza che nessuna telecamera a raggi infrarossi ne possa avvertire la presenza.

Venerdì 10 febbraio alle 17,30 si inaugura al Museo di Storia naturale di Genova la mostra Il signore dell'Artico con le immagini del fotografo Marco Urso dedicate al grande mammifero dei ghiacci del Nord. Scattate nel corso di innumerevoli viaggi nell'Artide, le foto di Urso trasmettono tutta la bellezza e la fragilità di questa specie: dalle immagini di cuccioli che giocano sotto lo sguardo vigile di una madre attenta e premurosa, alle lotte giocose tra esuberanti orsi adolescenti fotografati nel loro ambiente.

Ecco alcuni scatti della mostra:


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